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Data: 07-09-2022

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L'ASSEMBLEA SIMET AL XXX CONGRESSO DI CESENATICO CONFERMA MAURO MAZZONI ALLA GUIDA DEL SINDACATO

La relazione introduttiva di Mazzoni, si sofferma sull'analisi del PNRR e del DM77, considerati insufficienti a dare risposte concrete ai bisogni degli iscritti e alla sostenibilità del nostro SSN; “Occorre piuttosto assicurare le tutele ai medici di medicina generale dando risposte immediate. Occorre il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, il diritto alle ferie, alla maternità assistita, i permessi per malattia, misure certe per poter fruire del riposo, nonché politiche continuative per le pari opportunità. Non sappiamo più come dirlo. Il DM77 e la riforma territoriale come è concepita, non migliorerà né il lavoro dei medici né i servizi ai cittadini..”. Ma le parole di Mauro Mazzoni evidenziano anche "l'allarme per il ricorso alla sempre più diffusa esternalizzazione portata avanti da tutte le aziende sanitarie, in tutta Italia. Dalla Calabria punta dell’iceberg, dove interi reparti ospedalieri sono affidati a società private che reclutano medici pagati anche 1300 al giorno alla Liguria, al Piemonte, alla Lombardia: i medici a gettone sono arruolati in chat senza controlli: guadagnano 3.600 euro in 48 ore. Secondo un’indagine svolta dalla Società italiana di medicina di emergenza e urgenza, su un campione di 31 ospedali, oggi un paziente ha una possibilità su 4 di essere assistito in Pronto soccorso da un medico di una cooperativa. Ma nelle notti o nei weekend la proporzione può arrivare a una su due. Così gli affari per le cooperative, che di solito su ogni turno trattengono una percentuale che va dal 7 al 15%, vanno a gonfie vele. Continuando su questa strada, ricorrendo alla esternalizzazione delle attività sanitarie attraverso cooperative che, in cambio di elevati compensi, non garantiscono, però, alcun controllo sulla qualità e sulla sicurezza delle prestazioni fornite, non potremo che recitare il de profundis al nostro SSN e anche a molti italiani". La missione del SIMET secondo il Segretario Mazzoni, sarà "ottenere il riconoscimento di un ruolo decisionale nella governance del sistema sanitario. La complessità del mondo sanitario non può essere governata con i soli strumenti della cultura aziendalista escludendo dai processi decisionali le categorie professionali, nell’illusione di costruire maxi aziende con mini medici. Dobbiamo trovare rimedi all’impoverimento della categoria, causa principale della fuga dal SSN, attraverso l’aumento dei livelli retributivi, la detassazione del salario accessorio, già riconosciuto ai medici della sanità privata, per favorire il riassorbimento delle liste di attesa accumulate durante la pandemia, il riconoscimento economico del rischio contagio, elemento contrattuale già goduto dagli infermieri, la valorizzazione del lavoro notturno e festivo per premiare chi affronta con generosità e abnegazione il lavoro disagiato. Dobbiamo contrastare la carenza di personale aggravata dall’emorragia in atto di medici e dirigenti del servizio sanitario nazionale. Ci aspetta quindi non solo una battaglia retributiva, ma la rifondazione del SSN, anche attraverso lo spostamento del tavolo contrattuale al Ministero della Salute. Senza questi passaggi, i fondi europei serviranno se va bene per gli arredi nuovi di ospedali vuoti". Non sarà facile, ma dagli applausi convinti deI delegati SIMET sembra che la strada tracciata da Mazzoni possa rilevarsi giusta

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