Il commento di Intesa Sindacale

Gen 11, 2021

La Regione Lombardia, da mesi sottoposta a critiche tanto impietose quanto meritate per la gestione della pandemia nel suo complesso e, ultimamente, anche per il ritardo, rispetto alle altre regioni, nella somministrazione del vaccino anti Covid, ha cercato di recuperare il consenso dei cittadini lombardi attraverso l’accordo appena concluso con le OO.SS. della Medicina Generale, un accordo tuttavia che presenta ancora importanti criticità. Del tutto insufficiente, ad esempio, la remunerazione prevista per la vaccinazione nel suo complesso, che comporta non solo l’atto dell’inoculo per il quale è prevista una quota stabilita dall’ACN, ma tutta una serie di adempimenti burocratici che di fatto saranno svolti gratuitamente dai MMG. Il progetto di Governo Clinico prevede che una quota parte pari al 20% del totale venga erogata solo se saranno reclutati per la vaccinazione il 30% dei non responder segnalati da ATS. Una percentuale enorme, visto che si tratta di una popolazione selezionata di persone che si sono opposte alla vaccinazione loro proposta in precedenza. A queste condizioni, partecipare a questo progetto di governo clinico significa, quasi certamente, andare incontro ad una perdita economica che, per un massimalista, si aggira attorno ai 1000 euro. Ancora, il fondo a livello regionale pari a € 1.500.000,00 comprensivo di oneri, da destinare all’incremento del 20% della presenza oraria del personale di studio rispetto ai requisiti orari minimi in essere, per supportare nell’anno 2021 il medico di medicina generale nella somministrazione del vaccino nel proprio studio o nelle sedi esterne, è forse sufficiente a coprire le spese aggiuntive che il medico dovrà sostenere, per l’impiego del proprio personale, per un mese e mezzo circa di una campagna vaccinale che si ipotizza spalmata su un periodo di sei mesi. L’ennesima occasione persa per i medici di famiglia lombardi. L’ACCORDO