L’invio telematico del certificato INPS oggetto di una lettera aperta al Ministro

Apr 28, 2010

Dopo le agitazioni e i pubblici dissensi dei medici MMG della scorsa settimana, il Ministro Brunetta ha firmato una circolare che allenta la morsa sui medici che devono certificare gli stati di malattia dei lavoratori. La circolare allegata  "ritocca" infatti quanto previsto dalla riforma dello stesso Renato Brunetta sul pubblico impiego che prevede pesanti sanzioni, anche il carcere fino a 5 anni, sia per il lavoratore che presenta una falsa certificazione di malattia, sia per il medico "compiacente" che la compila. Grazie a questo documento al medico per formulare la diagnosi e la prognosi, basterà infatti la presunzione sulla base di dati acquisiti durante la visita.  «L’applicazione della disposizione – si legge nella circolare – deve tener conto delle regole proprie della pratica medica, che consentono di formulare diagnosi e prognosi anche per presunzione sulla base di dati riscontrati o semplicemente acquisiti durante la visita. Nell’applicazione della norma, pertanto, è rilevante la circostanza che i dati clinici siano stati o meno desunti da visita. In sostanza, in base a questa norma, la responsabilità del medico, con l’applicabilità delle sanzioni indicate, ricorrerà quando lo stesso rilascia attestati o certificati attestanti dati clinici non desunti da visita in coerenza con la buona pratica medica». Leggi la circolare

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta che i colleghi medici di famiglia stanno in questi giorni inviando al Ministro Brunetta sulla eccessiva "semplificazione" che il Ministro ha riportato anche durante il suo intervento a Porta a Porta per quello che riguarda il certificato elettronico. Ai colleghi della MMG va tutto l’appoggio del SIMET, che approfondirà la questione nei luoghi appropriati, anche insieme agli altri sindacati.

Lettera aperta al Ministro Renato Brunetta

Egr. Sig. Ministro,

siamo un gruppo di medici di famiglia convenzionati con il SSN. Quando molti anni fa ne abbiamo avuto l’opportunità abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di informatizzare la nostra attività professionale, convinti che ci avrebbe permesso di razionalizzare la gestione delle informazioni cliniche dei nostri assistiti e migliorare così l’assistenza medica fornita ai cittadini italiani. Ma purtroppo con il passare degli anni il mezzo informatico si e’ trasformato in una fonte di aggravi burocratici spesso assurdi, che non possiamo elencare qui per mancanza di spazio, con il risultato di sacrificare l’attività professionale a vantaggio di esigenze estranee ai nostri compiti clinici. Ora con l’invio telematico del certificato INPS la situazione rischia di aggravarsi nonostante le reiterate promesse di ridurre il carico burocratico. Secondo le nostre valutazioni l’invio elettronico del certificato di malattia INPS triplicherà nella migliore delle ipotesi il tempo necessario alla stesura, rispetto a quello cartaceo, impegnando diverse ore del nostro tempo in incombenze meramente amministrative, a scapito del miglioramento dell’assistenza rivolta ai cittadini, che peraltro anche nella recente indagine del CENSIS hanno espresso un elevato gradimento per la Medicina Generale. Proprio gli stessi soggetti che Lei intende tutelare promuovendo una maggiore attenzione dei servizi pubblici per l’appropriatezza e la qualità delle prestazioni sanitarie. Il Decreto del 27 ottobre 2009 n. 150 rischia di aggravare ulteriormente la situazione, con la proibizione di riportare nei certificati di malattia i sintomi dichiarati dal paziente, compito doveroso e consono alla nostra preparazione culturale e professionale, e con l’obbligo invece di certificare e comprovare con nostra corresponsabilità informazioni riferite dagli assistiti prive di ogni valenza clinica (residenza ufficiale, reperibilità durante la malattia). Tale Decreto ci offende professionalmente e ci carica di gravi responsabilità per mansioni burocratiche che non competono ad un professionista deontologicamente votato a prendersi cura dei cittadini sani e malati. Per questi motivi esprimiamo il nostro dissenso rispetto al Decreto in oggetto e chiediamo che vengano apportate le opportune modifiche per salvaguardare la nostra professionalità a vantaggio degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale.