E’ confusione in tutte le regioni sull’applicazione del decreto appropriatezza, che entrato in vigore da un mese inizia già a produrre effetti negativi sui cittadini e a rendere visibili agli occhi di tutti le sue gravi e molteplici criticità. La possibilità di sanzioni economiche nei confronti del medico (prevista dalla Legge 125/ 2015) che tiene un comportamento prescrittivo non conforme a quanto previsto dal decreto appropriatezza sta già esasperando quel fenomeno dello “scaricabarile prescrittivo” tra medico di famiglia e medico specialista. Alcune prestazioni prima prescrivibili direttamente dal medico di famiglia oggi necessitano di una visita e di una prescrizione dello specialista. Il risultato sarà quello di un appesantimento burocratico dovuto a maggiori “filtri” e quindi disagi in più per il cittadino (in controtendenza con la necessità di semplificazione amministrativa e umanizzazione delle cure), aumento dei ticket , aumento dei tempi di attesa e aumento del ricorso obbligato al privato. Tutto questo in un momento in cui sono in crescita le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche a causa di liste di attesa e ticket elevati, le rinunce alle cure, la spesa privata e le richieste di prestiti per cure mediche. Pur apprezzando a suo tempo lo sforzo del Ministro Lorenzin in tema di razionalizzazione delle cure a carico del SSN, non possiamo non sottolineare oggi che il decreto appropriatezza dimentica l’appropriatezza del tempi di attesa delle prestazioni, non introducendo alcun tempo massimo di attesa per ciascuna prestazione. Tutto ciò in un momento in cui il Piano nazionale di governo dei tempi di attesa è ancora fermo al 2012 e in generale l’azione di contrasto alle liste di attesa da parte del Governo centrale è carente. Ancora, il decreto introduce note limitative, condizioni di erogabilità e indicazioni prescrittive ma “dimentica” di riportare e dichiarare le evidenze che sono alla loro base e la relativa biografia. Ci si accorge poi che il decreto è entrato in vigore senza che preventivamente siano state soddisfatte tutte le condizioni per la sua applicazione, corretta e fluida, oltre che senza aver prima messo a punto e condiviso con le Regioni e i medici le indicazioni operative per la sua implementazione. Da qui gli stop e i molteplici ripensamenti e passi indietro di alcune Regioni, anche virtuose e da sempre attente al tema dell’appropriatezza, rispetto all’implementazione del decreto stesso. Ecco alcuni dei principali problemi 1. All’interno della ricetta cartacea ed elettronica non è ancora previsto il campo apposito per l’inserimento del numero delle “Note limitative” introdotte dal decreto. 2. In casi di dubbi applicativi e interpretativi del decreto da parte dei medici e cittadini non è individuato il soggetto preposto a fornire chiarimenti. Non è stato previsto ne attivato alcun servizio telefonico di assistenza e consulenza rivolto a sanitari e cittadini per risolvere problemi e sciogliere dubbi. Non conosciamo quali possano essere le giustificazioni e le evidenze adeguate che il prescrittore possa eccepire all’Ente sanitario per motivare e sostenere il proprio comportamento prescrittivo non conforme al decreto. Non conosciamo neanche nel dettaglio il procedimento di verifica e il soggetto titolare di questo iter all’interno dell’Asl. Ciò scoraggerà di fatto il medico nel prescrivere prestazioni a carico del Ssn al di fuori delle condizioni di erogabilità individuate dal decreto, anche quando possano sussistere alcune evidenze cliniche a supporto. Accadrà invece che il medico prescriverà su ricetta bianca e ancora una volta a totale carico del cittadino. Sono mancate, prima dell’entrata in vigore, le attività formative e informative rivolte rispettivamente a medici e cittadini riguardo alle norme e alle procedure previste dal Decreto appropriatezza. Tali attività non sono state ancora realizzate nonostante fossero già previste dall’Intesa Stato-Regioni del 26 novembre 2015. Possiamo affermare che, alla luce del nuovo Decreto, la maggior parte dei cittadini non sia a conoscenza di come si sono modificate le prestazioni garantite loro dal Ssn e quali siano oggi i loro diritti. L’unica apparente certezza è quella del sistema sanzionatorio, che, è inutile dirlo, vede fortemente contrario il SIMET, che non giustifica questa arcaica forma di punizione dei medici in mezzo a tanta moderna confusione di intenti…