Nello studio FMT le preoccupazioni e le proposte dei medici di famiglia, che chiedono centralità del rapporto fiduciario, quindi capillarità e autonomia

Mar 3, 2025

Lo studio sui medici di famiglia del Centro studi “Maccacaro” sugli iscritti di Federazione dei Medici Territoriali-FMT è stato oggetto dell’Esecutivo nazionale di FMT che, analizzati i dati, li utilizzerà a supporto della proposta di riforma per la modernizzazione dei servizi di assistenza primaria e territoriale e in relazione al dibattito in corso sullo stato giuridico della categoria. Presenti i vertici di FMT: Francesco Esposito, Antonio Magi, Francesco Falsetti, Mauro Mazzoni, Enzo Morante, Pasquale Speranza. Un sondaggio prezioso che sgombera il campo da tante approssimazioni e con un campione significativo. rispetto ad altri studi analoghi fatti in queste settimane: 1/3 degli iscritti del nostro sindacato, in quasi di tutto il paese, 16 regioni, con una percentuale di risposte che copre un campione del 40% di medici fino ai 50 anni.
Dallo studio emerge con forza, tanto tra i giovani che tra i meno giovani, la centralità del rapporto fiduciario: circa 183% dei colleghi lo considera positivo e molto positivo; 1’85% vuole l’autonomia professionale e oltre l’80% considera l’autonomia organizzativa positiva e molto positiva.
L’88% degli intervistati opta per la ‘Convenzione’, con una grande maggioranza per il modello della specialistica ambulatoriale, ma con una richiesta e un appello forte, affinché nell’ACN (e con l’Enpam) si prevedano tutele adeguate, anche in virtù delle aggregazioni funzionali territoriali: ferie, malattie, gravidanza, conciliazione per la parità di genere, stress psico-fisico. Infatti, è quasi unanime il disagio (460 su 474 medici) per l’assenza d queste tutele.
L’89% ritiene molto importante il supporto di personale infermieristico e amministrativo e l’88% il rimborso delle spese di produzione. Tutte questioni che necessitano di risposte concrete con una previsione di stanziamenti di risorse adeguate dalla ‘parte pubblica.
Forti perplessità sono emerse nel sondaggio sull’efficacia delle Case di Comunità e sul ruolo dei medici d famiglia in queste strutture, perché mancano informazioni su come dovrebbero funzionare e sulla loro reale finalità e perché serve una riorganizzazione più complessiva della medicina del territorio.
Infine, uscendo dall’analisi del sondaggio, i vertici di FMT auspicano la riforma del ciclo universitario di medicina (anche accorciando i tempi) e la trasformazione del corso di formazione di medicina generale in una vera e propria specializzazione, sul modello europeo.