Ospedale, apre la nuova sala operatoria

Ott 14, 2008

Il Centro – TERAMO. Se ne iniziò a parlare vent’anni fa, del raddoppio della piastra operatoria del Mazzini. E vent’anni – prima di progetti e poi di lavori – si sono concretizzati ieri con l’apertura, questa volta reale, della prima nuova sala operatoria. L’onore è toccato al reparto di ortopedia che ieri alle 14 ha praticato un reimpianto di una protesi d’anca su un paziente teramano di 48 anni.
La sala operatoria in questione sarà appunto dedicata alla chirurgia protesica. «Per questo tipo di interventi c’è bisogno di una alta sterilità», spiega Vincenzo Francione, primario dell’Ortopedia, «per cui vi faremo le protesi di anca, ginocchio e spalla. E’ una parte consistente della nostra attività, parliamo di circa 300 interventi». Francione, peraltro, dal 1° ottobre è stato nominato anche primario dell’Ortopedia dell’ospedale di Sant’Omero, per cui parte della chirurgia protesica verrà fatta anche al "Val Vibrata": un giorno a settimana il primario e altri due giorni i suoi collaboratori impianteranno protesi «in modo da ridurre almeno un po’ le liste di attesa».
Francione, primo a testare le nuove sale operatorie – ieri l’equipe ha ricevuto gli auguri del direttore generale Mario Molinari – nè dà un giudizio positivo. «Abbiamo atteso molti anni, ma ne è valsa la pena: sono ad altissima tecnologia: hanno a disposizione tutto ciò che di più avanzato si potrebbe chiedere. Ci sono ad esempio i flussi laminari, cioè un sistema di sterilizzazione intorno al tavolo operatorio. Inoltre è tutto computerizzato, gli anestesisti possono avere un grande controllo di tutti i parametri vitali e c’è poi una telecamera, per cui l’anestesista e la ferrista possono seguire meglio l’intervento. Intervento che può essere proiettato anche all’esterno».
L’attivazione della nuova sala operatoria apre una serie di nuove prospettive, secondo Carlo Alicandri Ciufelli, capo del dipartimento di chirurgia. «Le nuove sale sono dotate», commenta Ciufelli, «di tutte le attrezzature al giorno d’oggi indispensabili. E appunto l’esistenza di nuove attrezzature ha comportato la necessità di un periodo di tirocinio. Prevediamo a giorni di aprire la seconda, e a seguire le altre due. Ci saranno delle cose da mettere a punto, ma intanto sono operative. Si tratta di un passo necessario per un’ospedale a vocazione chirurgica come il Mazzini. Adesso le sale in totale sono dieci (più due della cardiochirurgia), ma in un secondo momento prevediamo che in funzione ne restino otto (più due)». Ciufelli parla infatti della futura ristrutturazione delle sei vecchie sale, che saranno ridotte a quattro ma avranno standard più elevati.
Per la nuova piastra operatoria, ampia circa 900 metri quadrati, sono stati spesi 3 milioni 700mila euro. «In effetti i lavori sono durati tanto tempo», conferma capo del dipartimento, «il vizio iniziale, tanti anni fa, è stato non appaltare "chiavi in mano". I lavori sono stati effettuati a tranche, e questo ha creato confusione e difficoltà di raccordo fra le varie ditte».
Delle quattro nuove sale, la seconda ad aprire – la prossima settimana – sarà dedicata alla neurochirurgia mentre le altre due «saranno a disposizione di tutte le unità operative chirurgiche, per interventi maggiori. Per le operazioni più di routine», annuncia Ciufelli, «si andrà avanti con le vecchie». Certamente l’avvio della seconda piastra comporterà la necessità di più personale non medico. «Sì, c’è bisogno di personale. Ma ora è prematuro fare delle stime e pensare a come reperirlo: è un discorso che si deve verificare nel tempo, e che ovviamente dipende dalle indicazioni aziendali».