Fonte: Sole24Ore Sanità «Le risorse ci sono: oltre 5 milioni stanziati negli obiettivi di Piano, di cui una parte va a finanziare il Programma nazionale esiti. E state certi che il 4 dicembre il contact point presso il ministero della Salute funzionerà». Parola di Francesco Bevere, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, intervenuto al workshop "Cure senza frontiere: da oggi si puo?". Tutto bene, dunque, sul fronte dell’attuazione della direttiva cure transfrontaliere, la cui deadline di recepimento scadeva oggi? Non proprio. E a fare il punto sulle problematiche aperte in uno scenario certo non favorevole è proprio il Dg, in prima linea con i suoi uffici nel predisporre l’attuazione della normativa comunitaria. Lo scenario, innanzitutto: da una parte, una «regia europea che doveva esserci e che è mancata»; dall’altra, «un federalismo sanitario ormai attuato al 100%, con le note difficoltà legate ai tagli lineari degli ultimi anni e circa la metà della popolazione italiana (il 47%) sottoposta a piani di rientro». Abbastanza – è la spiegazione del Dg – per giustificare la «grandissima cautela della mia direzione, che pure negli ultimi mesi ha lavorato tantissimo su questo tema, particolarmente caro alla ministra Lorenzin». Ma proprio perché in ballo ci sono i diritti dei cittadini, l’omogeneizzazione dei criteri inseriti nella direttiva tra gli Stati membri, il problema delle tariffazioni e dei rimborsi e l’individuazione prima di tutto in Italia della strutture d’eccellenza, il ministero punta a riempire di contenuti dettagliati il Dlgs che dovrà dare attuazione, entro il termine massimo del 4 dicembre se ce la si farà, alla direttiva 24/2011.