L’accordo integrativo regionale per la Mg firmato dalla Fimmg la settimana scorsa non ha valore perché l’unica sigla che l’ha sottoscritto non rappresenta la maggioranza, assoluta o relativa, dei generalisti lombardi. Questa, in sintesi, la comunicazione con cui venerdì scorso Intesa sindacale (Cisl Medici – FpCgil Medici – Simet – Sumai) ha chiesto alla Regione di riaprire il tavolo di trattativa e ridiscutere i passaggi più controversi dell’accordo. Un accordo sul quale venerdì le sigle non firmatarie (oltre a Intesa Smi, Snami e Umi) hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale confermano il no all’Air e riassumono i motivi della scelta. Tra questi, parte economica «peggiorativa a fronte di ulteriori impegni», cancellazione delle forme associative semplici (attraverso l’unilaterale abrogazione di norme della Convenzione nazionale), mancata stabilizzazione dei precari a contratto determinato nella Ca, rapporto ottimale a 1.300 scelte che limiterà l’accesso di nuovi medici nell’area convenzionata. «Una ritrovata unità sindacale» è la conclusione del comunicato «è il segnale politico più importante che dovrà far riflettere sia la parte pubblica che l’unico sindacato firmatario, peraltro minoritario in Lombardia, di questo accordo». "Assolutamente concorde su tutta la linea – commenta il Segretario Nazionale Simet Mazzoni – l’accordo non rappresenta la maggioranza dei generalisti e noi intendiamo agire nello spirito di una forte unità sindacale,un’unità di intenti che è auspicabile ritrovare in Lombardia come nel resto del Paese..".