Fonte: DoctorNews – Alla conferenza Stato-Regioni tenuta ieri pomeriggio, dopo l’incontro mattutino dei presidenti delle Regioni, molte intese sono state raggiunte, ma non quella sugli standard ospedalieri: il decreto è tornato sul tavolo dopo lo stop registrato nelle settimane precedenti, per subire un ulteriore rinvio. Sono state soprattutto le Regioni meridionali a opporsi al calcolo dei posti letto voluto dai ministeri, in cui si prevedeva che l’aumento nelle Regioni con mobilità attiva venisse compensato con una pari diminuzione in quelle con mobilità passiva, con un complessivo saldo a zero. Il problema degli standard verrà nuovamente affrontato nel corso della prossima Conferenza Stato-Regioni, prevista per il 7 febbraio. «Abbiamo accolto la richiesta di rinvio – ha dichiarato il ministro della Sanità, Renato Balduzzi – che si fonda su due questioni particolari, le risorse e l’edilizia sanitaria sulla quale il Cdm ha proprio l’altro ieri ha sbloccato un miliardo di euro». Oltre all’adozione di diversi provvedimenti economico-contabili, nella Conferenza Stato-Regioni è arrivato l’accordo per la realizzazione di strutture sanitarie campali, denominate Pass – Posti di assistenza socio sanitaria – preposte all’assistenza sanitaria di base e sociosanitaria alla popolazione colpita da catastrofe.
Fonte: DoctorNews «Ridurre i posti letto non significa ridurre l’assistenza», ha affermato il ministro della Salute Renato Balduzzi a Catania, in un incontro sulla sanità di domani e sulla riforma sanitaria che porta il suo nome. «La riduzione dei posti letto per acuti – ha spiegato il ministro ai giornalisti – significa più posti letto nel post acuzie e risorse per la medicina territoriale», sottolineando che i cittadini non devono avere preoccupazioni a riguardo. Ma il tema dei posti letto è ancora controverso e l’ultimo testo in merito, concordato dai ministeri di Salute ed Economia, verrà presentato alla conferenza Stato-Regioni prevista per il 24 gennaio. Il documento recepisce la richiesta dell’incremento dei posti letto standard, ma solo per le Regioni con mobilità attiva. Inoltre, come concordato tra ministero e assessori, è stato riscritto il comma 4 del decreto con la riduzione della soglia per l’accreditamento delle strutture private da 80 a 60 posti letto, ma senza prevedere forme associative e consortili e ne viene mantenuta l’entrata in vigore dall’inizio del 2014 nonostante la richiesta di posticipo avanzata dalle Regioni. Il raggiungimento dei 3,7 posti letto per mille abitanti avverrà grazie a un processo di riassetto che sarà individuato in provvedimenti programmatici successivi, ma si afferma fin da ora il ruolo della mobilità. Secondo il documento, il numero dei posti letto per mille abitanti potrà essere incrementato o decrementato in base alla mobilità tra le Regioni, mantenendo un saldo zero rispetto al valore preventivato dai ministeri. Contro il possibile ulteriore decremento dei posti letto a cui dovrebbero adempiere, si schierano però tutte le Regioni con mobilità passiva. In questi casi, infatti, il nuovo calcolo ipotizzato dal testo ministeriale, comporterebbe la moltiplicazione per coefficienti che ridurrebbero il numero di posti letto equivalenti rispetto a quello previsto.