Riforma Madia: “Ora i pugni sul tavolo li sbattiamo noi”

Mag 17, 2017

Cari Colleghi, ieri con le altre sigle dei Medici e dirigenza sanitaria ero in piazza per chiedere la modifica della Madia che non riconosce le peculiarità del Ssn rispetto al resto del Pubblico impiego e mette i bastoni tra le ruote ai rinnovi contrattuali, congelando al 2016 i fondi accessori.  È stata una protesta civile, nonostante l’altissimo livello di malcontento che ormai da tempo serpeggia nella categoria. Un sit in voluto per sostenere le nostre proposte di modifica al Testo unico del Pubblico impiego che così come è metterebbe a serio rischio la funzionalità del Ssn e l’iter dei rinnovi contrattuali dopo un blocco durato 8 anni. Abbiamo usato tutti gli strumenti per aprire un confronto con i rappresentanti del Governo, ma ci è stato negato, come ho dichiarato a Quotidiano Sanità invitando l’opinione pubblica a prestare attenzione alle battaglie che i medici stanno portano avanti: “battaglie anche per i cittadini”. Come sapete abbiamo chiesto la soppressione dell’articolo 23, comma 1 e 2, che, dopo anni di decurtazione continua, congela al 2016 i fondi aziendali accessori necessari per la valorizzazione del merito, per la costruzione delle carriere professionali, per la remunerazione delle attività disagiate (reperibilità, lavoro notturno e festivo, straordinari) in crescita per il blocco del turnover. Il mantenimento di queste norme determinerebbe una perdita degli incrementi previsti dai meccanismi contrattuali in vigore di entità tale da risultare, per i medici ed i dirigenti sanitari del Ssn, superiore agli aumenti annunciati con il finanziamento del rinnovo contrattuale 2016-2018 nelle leggi di bilancio 2016 e 2017, determinando l’impossibilità di valorizzare il lavoro professionale e di conseguenza il rinnovo di lavoro. Siamo stati ricevuti dai rappresentanti del Ministro, ma senza costrutto. Vi terrò aggiornati dei successivi sviluppi.Leggi Quotidiano Sanità