Il Messaggero – L’ANOMALIA DEI DATI FU D’AMATO (PD) A FARE LA DENUNCIA. I referti di morte finiti nella statistica del reparto prima delle cartelle cliniche. «Le cifre erano quelle ufficiali, ben venga l’intervento della Regione».
Troppi morti: sott’accusa il Reparto di Chirurgia generale e d’Urgenza del San Camillo. Un sospetto lanciato nel febbraio scorso dal consigliere regionale del Pd, Alessio D’Amato, tramite un’interrogazione alla Pisana (rimasta senza risposta) e rimbalzato l’altra sera in Tv. Una vicenda vecchia, ma che torna a fare parlare di sé. Soprattutto passata, nel frattempo, al vaglio di un audit interno. «Inchiesta sottolinea il direttore generale dell’azienda ospedaliera Luigi Macchitella – che ha stabilito che nell’attività di Chirurgia d’urgenza non c’era nulla di sospetto o anomalo». In pratica, i medici dell’equipe del dottor Donato Antonellis sono stati chiamati a spiegare come mai la percentuale dei decessi rispetto al numero degli interventi eseguiti in reparto fosse stranamente aumentata. Ciò in seguito alle denunce penali di alcuni parenti di pazienti deceduti, per cui la magistratura sta facendo il proprio corso. Di fatto sarebbe stata riscontrata una discrepanza di dati nel sistema di chiusura delle cartelle cliniche e archiviazione. Vale a dire che per chiudere una cartella relativa a un decesso ci vuole molto meno tempo rispetto alla compilazione di un referto di una persona operata e in cura. Per cui si sarebbero accumulate più velocemente le documentazioni riguardanti i decessi, andando a ingrossarne la percentuale. «Esprimo tutta la mia solidarietà al dottor Antonellis per la gogna mediatica cui è sottoposto da diversi mesi a causa di dati sbagliati sulla mortalità nel suo reparto diffusi attraverso un’interrogazione consiliare», ha commentato ieri il consigliere regionale Donato Robilotta dei Socialisti Riformisti. «Quando si affrontano questioni relative alla sanità che coinvolgono la reputazione di persone e professionisti e uno dei diritti primari dei cittadini, come quello alla salute, l’imperativo dovrebbe essere l’estrema cautela. La sanità è un tema da maneggiare con cura. Spesso capita invece che, senza che siano state fatte le opportune verifiche, si esprimano giudizi affrettati e altamente lesivi, non solo per le persone che ne sono fatte oggetto ma per l’intero sistema sanitario». Così, in una nota, Nicola Zamperini, portavoce del presidente della Regione, Piero Marrazzo, è intervenuto sulla vicenda. «I dati forniti nell’interrogazione, di cui sono cofirmatario – aggiunge il consiglire D’Amato – sono frutto del bollettino statistico dell’azienda stessa. La questione è molto semplice: poiché parliamo di decessi non possono esserci zone d’ombra, e ben vengano eventuali prese di posizione ufficiali da parte della Giunta regionale per chiarire definitivamente la situazione».