La funzione dei Lea. Dal medico di base al pronto soccorso, dalle analisi del sangue alle visite specialistiche, la nostra ?vita sanitaria? si svolge in buona parte nel solco dei Lea, diretta derivazione dell’articolo 32 della Costituzione, che ha contribuito a fare del Servizio sanitario italiano uno dei migliori al mondo. Eppure, ? la nostra esperienza quotidiana di pazienti a farci toccare con mano le inefficienze del sistema. Complice una crisi economica che non d? tregua, complici, anche, i danni di un federalismo sanitario mal interpretato, i Lea non per tutti sono a portata di mano. Anzi. Lo dicono i dati sulla spesa ?out of pocket? dei cittadini: oltre 34 miliardi secondo il Censis. Soldi sonanti usciti dalle tasche di quanti, non trovando risposte nel Ssn, si fanno carico delle cure. Chi pu?, beninteso. Troppe disparit? regionali, liste d’attesa infinite, ospedali poco sicuri. Ed ? questa l’impasse che si punta a risolvere con i nuovi Lea. L?iter. Messi a punto dalla ministra Beatrice Lorenzin a inizio 2015 in attuazione del Patto per la salute, sono poi andati in stand-by per le perplessit? del ministero dell’Economia sulle coperture. Approvato con una serie di emendamenti dalla Conferenza Stato-Regioni il 7 settembre scorso, ora lo schema di Dpcm che aggiorna i Lea tutt’ora vigenti ? all’esame del Parlamento. Che dovr? esprimersi entro il 5 dicembre. Dopo il vaglio, atteso a fine mese, delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. La copertura finanziaria ? la prima preoccupazione. Formalmente, i nuovi Lea vedranno la luce, con due anni di ritardo sulla tabella di marcia, nel 2017, quando il Dpcm avr? completato l’iter di approvazione. Poi si tratter? di applicarli, con le risorse disponibili: la legge di Stabilit? 2016 ha ?blindato? su questo obiettivo 800 milioni del Fondo sanitario nazionale. Ma i governatori non ritengono sostenibile affrontare la rivoluzione Lea solo con quelle risorse. Negli anni una manciata di regioni si ? ?portata avanti?, ampliando o innovando il men? delle prestazioni essenziali. Ma ci sono realt? dove l’accesso ai Lea ? una corsa a ostacoli. L’impatto sui ticket. Il restyling del perimetro Lea, non si preannuncia per? indolore: il contraltare del risparmio di 50 milioni di euro sui ricoveri, sar? l’extra carico di ticket d’ambulatorio – 18,1 milioni – sulle spalle dei cittadini. Per il ?tunnel carpale? cos? come la cataratta ?semplice?, per esempio, si pagher? il ticket. Non solo. C’? allerta sul nuovo Nomenclatore protesi, fermo al 1999. L’aggiornamento sorvola sulla personalizzazione dei presidi, anche se resta la ripartizione tra dispositivi ?su misura? e dispositivi ?di serie?. E non ? chiaro chi pagher? i presidi pi? innovativi. La riabilitazione oncologica ? un rebus. Il cahier de doleances ? lungo. I rischi ci sono. I governatori chiedono di rinviare l’immissione nei Lea, per esempio, di prestazioni ad alto costo come l’adroterapia, cura d’avanguardia destinata ai tumori radio-resistenti. La richiesta ?: avanti piano. Intanto, bisogna partire.