Si tratta in sostanza di un particolare tipo di posta elettronica che ha il fine di attribuire, ad un messaggio inviato telematicamente, lo stesso valore di una raccomandata, con avviso di ricevimento, tradizionale. L’art. 16 comma 7 del citato decreto testualmente recita: “I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi Ordini o Collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli Ordini e i Collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica. La posizione dell’Ordine dei medici, quale Ente pubblico, così come quella di molti ordini professionali, esprime qualche perplessità sulla rigidità della norma e sulla impossibilità, per il momento, di prevedere soluzioni alternative. Pertanto è in fase di avanzato studio la possibilità, dopo aver formalmente consultato i possibili gestori della PEC, di stipulare un accordo con uno di di essi per agevolare gli iscritti sia sotto il profilo economico che procedurale.
