Richiesta di risarcimento con spot in onda su network nazionali

Giu 20, 2011

Da alcuni giorni, su alcuni dei principali canali televisivi nazionali, appare un messaggio pubblicitario alquanto insolito e allarmante. Si tratta dell’invito, lanciato da un gruppo di professionisti, per lo più avvocati, rivolto a chiunque abbia subito un danno o un torto da parte di sanitari negli ultimi dieci anni, a chiedere, tramite loro, il risarcimento. La nostra è una categoria che raramente prende delle posizioni pubbliche e decise nei confronti di eventi che la danneggiano o la screditano, è sufficiente meditare sul fatto che abbiamo subito un contratto capestro, con uno svilimento burocratico della professione di Medico di Medicina Generale, senza effettuare delle vere azioni incisive di protesta o una sola ora di sciopero. E’ tempo di riprendere con energia e convinzione il possesso della nostra dignità di medici. E’ impensabile che si accetti passivamente che una parte di una categoria di professionisti, quali gli avvocati, inviti le persone ad utilizzare le loro capacità mnesiche al fine di scovare nel corso dell’ultimo decennio un evento che potrebbe tradursi per loro in un beneficio pecuniario. Milioni di italiani vivono sulla soglia di povertà, un simile invito può più facilmente essere colto in condizioni di bisogno, sarà sufficiente essere stati dimessi da una clinica o dal proprio medico di famiglia con una diagnosi inesatta per dare spunto alla richiesta di risarcimento. Mentre tutti sappiamo che spesso le diagnosi difficili le “azzecca” l’ultimo professionista perché si basa sulle considerazioni , anche errate, che sono state formulate da chi ha visto il paziente precedentemente. Questa spasmodica ricerca dell’indennizzo è frutto di importazione d’oltreoceano. Dagli USA è ormai consueto importare le abitudini più deleterie, vedi quelle alimentari e il management delle assicurazioni. Loro vogliono emulare il nostro sistema sanitario, noi riusciamo a cogliere solo i peggiori aspetti del loro. Ma si era mai visto che una classe di professionisti si organizzasse per arricchirsi sugli errori, o presunti tali, di altri professionisti? Anche gli avvocati falliscono nelle loro difese, sbagliano le procedure, dimenticano di inoltrare per tempo determinati atti processuali. Qualcuno ha mai pianificato un’azione di rivalsa nei loro confronti? Stesso discorso si può ipotizzare nei confronti dei giudici, degli ingegneri, degli architetti, dei commercialisti, degli insegnanti, giusto per citare alcune categorie. E’ necessario mobilitarsi a livello sindacale per fermare, anche con l’utilizzo giuridico, questi spot che sono alquanto negativi nei confronti di quel rapporto medico-paziente già messo a dura prova dal persistente tambureggiamento dei media attuato in occasione di presunti casi di malasanità. Natalino Meloni