Sulla vicenda dei ginecologi non obiettori non si placano le polemiche.Mercoledì prossimo è prevista l’entrata in servizio dei due ginecologi vincitori del concorso al San Camillo per garantire le Interruzioni volontarie di gravidanza.Dopo la ferma contrarietà dell’assunzione di medici non obiettori espressa dalla Cei e dalla ministra della Salute, è arrivato adesso il monito anche dell’Ordine dei medici romano: «Il presidente della Regione Lazio ritiri l’atto iniquo». L’ospedale però si difende: «Nessuna discriminazione». Sulla stessa linea anche la Regione Lazio che con una nota rivendica la regolarità e la legittimità delle procedure «avviate nel 2015» e sulle quali «i ministeri affiancanti, Salute e Economia, non hanno mosso alcun rilievo».
Stavolta però i sindacati dei medici sono con Zingaretti e inviano alle stampe un appello. «L’assunzione di ginecologi non obiettori, laddove sono già in servizio medici obiettori che non garantiscono l’interruzione volontaria di gravidanza così come prevista dalla 194, è un atto di rispetto della legge e non lede la libertà di coscienza dei medici. Invitiamo pertanto le tante aziende sanitarie e le regioni che ancora oggi non garantiscono l’autodeterminazione delle donne, così come prescritto dalla legge 194, a seguire la strada intrapresa dall’azienda ospedaliera San Camillo e dalla Regione Lazio». Massimo Cozza, Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari; Roberto Bonfili, Uil Fpl Medici; Mauro Mazzoni, Fassid-Simet; Corrado Bibbolino, Fassid-Snr; Alessandra Di Tullio, Fassid-Aipac; Roberta Di Turi, Fassid-Sinafo; Mario Sellini, Fassid-Aopi.
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