L’indagine Censis presentata al Welfare day

Giu 23, 2014

Con 70 euro si risparmiano fino a 66 giorni. Per una prima visita cardiologica in una struttura pubblica si pagano 40 euro di ticket e la lista d’attesa è di 51 giorni, nel privato con 107 euro si aspettano 7 giorni. Questo uno degli esempio portati dal Censis al IV Welfare Day promosso a Roma. Sono sempre di più gli italiani che pagano di tasca propria i servizi sanitari che il pubblico non garantisce più o che garantisce con tempi biblici. La spesa sanitaria privata degli italiani è così arrivata a quota 26,9 miliardi di euro nel 2013 ed è aumentata del 3%, in termini reali, rispetto al 2007. Nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria pubblica è rimasta quasi ferma (+0,6%).  Ormai il 41,3% dei cittadini paga di tasca propria per intero le visite specialistiche. Cresce anche la spesa per i ticket, sfiorando i 3 miliardi di euro nel 2013: +10% in termini reali nel periodo 2011-2013. Laddove la sanità peggiora di più, è più forte il rigetto dei cittadini per la soluzione regionalista. Nelle regioni con Piano di rientro è solo il 38,9% dei cittadini ad avere un giudizio positivo sul ruolo istituzionale e amministrativo delle Regioni, mentre nelle altre è il 50,3%. Nella visione dei cittadini esiste un nesso diretto tra la ristrutturazione della sanità imposta dai vincoli economici e l’abbattimento della qualità dei servizi. È anche per questo che la "Schengen della sanità" potrebbe attirare sempre di più: sono complessivamente 1,2 milioni gli italiani che si sono curati all’estero per un grave problema di salute.